mercoledì 15 aprile 2009

Pé fa la vita meno amaraaaaa ....

mercoledì 15 aprile 2009
Quest'anno ho deciso di farmi un regalo particolare per il mio compleanno che è stato qualche giorno fa: una bellissima Hibanez elettrica. Beh, non una Fender, ma sicuramente una buona chitarra per cominciare.
E già .. per cominciare. Mi sono trovata a chiedermi se ci sia un limite di età, per iniziare ad apprendere uno strumento ed ho finito per realizzare che quella che mi stavo facendo era decisamente una domanda stupida.
Certo, il discorso é sempre lo stesso, se uno si fissa in testa di fare il chitarrista nella propria vita e nient'altro, probabilmente l'età non é più quella giusta, ma questo riguarda un pò tutte le attività.
Per quanto riguarda la sveltezza nell'apprendimento invece non sono molto daccordo con chi dice che a venti anni si apprende meglio che a trenta o quaranta.
Io per esempio ho già studiato chitarra, in passato. Chitarra classica però. E' durata un anno. Volevo imparare a suonare quella elettrica già all'epoca, ma i miei mi convinsero che sarebbe stato meglio iniziare dalle "basi classiche". L'idea non mi entusiasmava ma era già tanto che mi assecondassero, così accettai il compromesso. Il risultato fu che la mia capacità di apprendimento della chitarra a sedici anni era pari a quella di un bradipo che attraversa il ramo di un albero e pertanto io credo che con la consapevolezza di ora, le cose non possano che migliorare ;)
Vi ho voluto rendere partecipi di ciò, anche perché una volta un mio amico mi disse che quando si inizia ad imparare qualcosa di nuovo bisogna spargere la voce in giro, perché così ogni tanto qualcuno si troverà a chiederti: "A che punto sei con ..? "Ma non avevi iniziato a ..?" e tu, per non fare la magra figura di quella costretta a dire che ha mollato o che non é progredita per niente, ti darai da fare :)

giovedì 9 aprile 2009

Saranno gli animi scossi che continuano a far tremare la terra?

giovedì 9 aprile 2009
Giorni tristi, questi. Non starò qui a fare la solita retorica o i discorsetti "da bar", però alle volte alcuni accadimenti si concatenano. E non so perché, ma a concatenarsi non sono mai quelli positivi.
Venerdi scorso ho avuto la terribile notizia della scomparsa prematura di un collega, di un amico. Un fulmine a ciel sereno.
Poi, dopo il fulmine, la terra che trema. E si muove ancora. Sembra quasi che sia la paura di tutte quelle persone che ora tremano tutte insieme, a non farla fermare.
Le inevitabili domande sulla precarietà della vita si susseguono nella testa.
Piccoli, come insetti su di una foglia mossa dal vento. Così ci si sente.
Stamattina mentre cercavo un numero nella rubrica del mio cellulare é comparso anche quello del mio collega.
Che sensazione strana, vedere tra una lista di persone il numero di qualcuno che "non c'é più". Sai che se chiami sarà spento, per sempre. Come lui.
O forse no.
Per chi come me non ha religione, non resta che aggrapparsi ai dubbi.